Felice Paronelli lascia: "Ho esaurito l'energia"

Felice Paronelli

Felice Paronelli

Si prepara a uscire di scena. Felice Paronelli sta per concludere il suo secondo mandato alla guida del Comune di Gavirate: « Largo ai giovani. Occorre trovare gente che abbia ancora voglia, entusiasmo. Io, ormai, l’ho esaurito…».

Gli ultimi tre anni di gestione sono stati davvero difficili. Complice, soprattutto, una crisi economica che ha drasticamente ridotto le finanze dell’amministrazione, la sua capacità decisionale e gli ambiti di intervento si sono praticamente annullati e da primo cittadino si è visto togliere ogni potere di intervento: « Il senso di frustrazione che si prova a ricevere famiglie in gravissima difficoltà è enorme. Li ascolti, li comprendi ma non hai strumenti per aiutarli, dar loro una speranza. Quando, poi, dobbiamo intervenire e togliere i minori per affidarli a un istituto si raggiunge veramente il grado più elevato di mortificazione. Siamo diventati soltanto gli esattori per conto dello Stato».

Il Comune di Gavirate, in dieci anni si è visto dimezzare i fondi assegnati dallo Stato: nel 2004 arrivarono 1.923.577 euro, quest’anno le previsioni annunciano 973.182.  Per non parlare del patto di stabilità che praticamente blocca ogni progetto: « Abbiamo un disavanzo di 700.000 euro ma non possiamo spenderli. Abbiamo, dunque, sospeso il piano delle opere pubbliche per lasciare ampia capacità di decisione al futuro sindaco. Abbiamo, però, mantenuto tutti i servizi: in questo particolare momento storico occorre investire ogni energia in lavori che sono nascosti ma essenziali come la scuola e i servizi sociali».

In dieci anni, però, si contano anche delle soddisfazioni: « Sicuramente l’esperienza di sindaco arricchisce, hai la possibilità di scoprire tante realtà e situazioni che non pensavi nemmeno esistessero. Entri in contatto con persone eccezionali che si impegnano. E poi ho visto inaugurare l’hub degli australiani, una bella scommessa dopo tanti dubbi e critiche, abbiamo rifatto la piazza del Comune. Tanti traguardi visibili a tutti che oggi non si possono più nemmeno pensare…».

Questi i successi, ma ci sono state anche sconfitte?
« Il catasto è il mio più grande cruccio. Un servizio che non è stato compreso ed è stato fatto fallire. È stata una visione miope perché il futuro va verso la coalizione di Comuni, alleanze per abbattere i costi, parliamo, per esempio, di un unico ufficio tributario o di un centro acquisti che lavori su larga scala, ma anche un ufficio che gestisca ogni appalto. Perché non si comincia dal basso quest’opera di integrazione che, prima o poi, ci verrà comunque imposta dall’alto? Io vedrei tre aree con Gavirate, Besozzo e Laveno come poli attorno a cui costruire un’unità di gestione».

Ma come si vive a Gavirate?
« Bene. Ci sono tutti i servizi che si possono desiderare. Abbiamo fatto molte battaglie e portato a casa risultati importanti come il liceo sportivo. Ci sono associazioni sportive attive e di livello. Tante persone che si impegnano  perchè ci credono. Poi abbiamo il Chiostro che propone iniziative culturali di qualità. La biblioteca è un gioiello e sabato 12 aprile inaugureremo l’ampliamento, un’opera in cui credeva moltissimo Marco Zaninelli e a cui verrà intitolata. Mi dispiace solo aver perso la stagione musicale a causa della mancanza di fondi. Ci sono segnali non del tutto postivi per il futuro. Sempre meno giovani sono disposti a mettersi in gioco per la collettività, così si sta un po’ sfilacciando il senso di comunità e appartenenza: il ritmo frenetico della vita e l’insofferenza alle decisioni prese dall’alto ci portano a aumentare la litigiosità».

Un augurio a chi sederà al suo posto?
«Auguro al nuovo sindaco che possa operare con termini e mezzi diversi. Spero che il patto di stabilità allenti la stretta e ritorni ad avere il potere di decidere».

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