Antonio Banfi, il candidato più giovane di Viggiù

Antonio BanfiAntonio Banfi, 29 anni, libero di stato, nato a Varese ma residente a Viggiù dalla nascita, è l’ultimo dei tre candidati sindaco che incontro nel live, e in questa carrellata di interviste. Nipote di Antonio Banfi e Franca Mosconi (“La Muscona” precisa il candidato, ricordando il soprannome che davano alla nonna) che avevano il negozio di merceria in via Roma, Banfi lavora come contabile, o meglio “coordinatore amministrativo” alla Consitex di Stabio, società del gruppo Ermenegildo Zegna.

Banfi, laureato in economia ed amministrazione di impresa all’Insubria, è stato anche rappresentante degli studenti nella facoltà varesina. «Sono stato rappresentante degli studenti di Economia, poi rappresentante del Senato accademico e membro del Consiglio di Amministrazione». Per l’università è stato anche tutor nelle materie aziendali, e teaching assistant nelle stesse materie.  E’ stato inoltre membro del consiglio di amministrazione del Cfp di Bisuschio ed è membro del Rotaract, di cui è stato coordinatore dei 33 gruppi lombardi

Banfi è vicesindaco nella giunta ancora in carica ed assessore al Bilancio. «Ma la mia attività politica è nata all’università, dove ho cominciato ad interessarmi dell’amministrazione pubblica. Sono stato per alcuni anni legato al Pdl». Ora si presenta con una lista civica: «Rappresentiamo il paese a 360 gradi: abbiamo dato innanzitutto spazio alla realtà locale, e non alle ideologie politiche nazionali. Quello che ho imparato in un comune come il nostro è che è meglio che i partiti e la politica nazionale stiano fuori».

Se Banfi fosse sindaco, «Innanzitutto racconteremmo subito le cose come stanno alla gente, come promettiamo nel nostro volantino. Riteniamo importante fare assemblee pubbliche, mettere in comune le scelte e confrontarle:le scelte vanno condivise con le persone, per verificarne l’utlilità: come le tante richiesta arrivate per modificare la viabilità di Baraggia alta. Spesso invece nelle amministrazioni davanti a queste c’è una rigidità, che impedisce di fare passi indietro».

Questo per quanto riguarda lo stile dell’amministrazione, mentre sui contenuti Banfi ritiene necessario: «Valorizzare l’esistente della comunità di Viggiù e Baraggia: le realtà locali, attività e artigiani esistenti, e anche quelle che fanno attività che utilizzano Viggiù per pubblicizzare il loro prodotti ma anche il paese: ci sono diverse iniziative del genere, che vanno incentivate». Provo a domandare degli esempi, e scopro che c’è un dolce, un miele e persino un Prosecco “loggato” Viggiù, che dà l’idea dell’orgoglio locale e del potenziale appeal del paese. «Nella logica del “valorizzare l’esistente”, cito anche la linea Cadorna, il colle Sant’Elia e le cave di pietra di Viggiù: tutte realtà da promuovere in diversi modi» Il secondo punto sono i frontalieri: «Ci sono più di 800 cittadini viggiutesi (su 5300 totali, ndr) che lavorano in Svizzera: quello che propongo è uno sportello frontalieri in comune dove possano avere informazioni di tipo fiscale e normativo. Abbiamo già lanciato per questo il sito www.ilfrontaliere.it» I frontalieri di Viggiù portano nelle casse comunali circa 1 milione di euro all’anno. «Per questo ci pare doveroso rendere i servizi per cui riceviamo il ristorno».
Per quanto riguarda le opere pubbliche, l’idea è di «Riqualificare le scuole di via Roma, l’ex scuola media, per spostarci le scuole elementari di Viggiù che sono meno raggiungibili. La riqualificazione di via Roma è importante, come gli interventi sulle strade»

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