Curiglia con Monteviasco, dove un Rossi tira l’altro
«Il compito dell’amministrazione sarà quello di far confluire bisogni e necessità per cercare soluzioni pratiche per i cittadini»: hai bisogno di raggiungere il fondovalle sfruttando un passaggio di un privato? Senti il comune. Hai la necessità di usare internet magari sfruttando la rete di qualcuno che ha il wi-fi? Chiedi in comune e magari scambi il favore con qualcosa di tuo, che riguarda la tua attività o quello che fai nella vita.
Una sorta di “banca del tempo” per aiutare i residenti in un periodo di ristrettezza economica per i piccoli centri. Il signore che propose questa semplice ma inedita formula si chiama Ambrogio Rossi e per la terza volta è diventato sindaco di Curiglia con Monteviasco. Ma proprio mentre Rossi declamava questo punto del programma, un altro Rossi, a poca distanza da lui, annuiva in silenzio. Si chiama Angelo Piero (a destra nella foto sopra), ed è stato sindaco di Curiglia con Monteviasco dal 1985 al 1999 (fonte: anagrafe amministrativa, ministero dell’Interno), oltre che consigliere provinciale. Il cognome Rossi, in pratica, figura in calce a tutte le ordinanze del sindaco, sui documenti ufficiali del comune: da trent’anni tutte le carte di identità hanno come firma dell’amministrazione lo stesso cognome: Rossi.
Una coabitazione che ha riguardato anche i candidati in consiglio comunale: quando uno dei due Rossi era sindaco, l’altro figurava fra i nomi dei candidati al Consiglio comunale, e viceversa.
Nessuno scenario dinastico, però: i voti se li sono guadagnati cercando soluzioni pratiche ai problemi di tutti i giorni, che una comunità come quella di Curiglia con Monteviasco deve affrontare. Tra i due Rossi è spuntato negli ultimi anni un gregario: Gianpietro Dellea (nella foto qui sopra, è quello seduto. Di fronte a lui Ambrogio), tra l’altro cognome ricorrente da queste parti. Dal lontano 2004 ad un Rossi candidato sindaco si contrappone sempre un Dellea Gianpietro: 10 anni fa finì col 28,6% per Dellea contro il 62,4% di Rossi; cinque anni dopo, siamo nel 2009, finì 28% Dellea, 71,65% Rossi. Ieri il divario si è allungato, col terzo mandato di Ambrogio (battezzato dall’omonimo “Ambroter”) vinto addirittura con l’84,61% dei consensi contro l’11,6% di Dellea.
Per il futuro? Basta sfogliare l’elenco telefonico per capire come andrà a finire: ça va sans dire, un Rossi tira l’altro.
(Andrea Camurani @AndreaCamurani)