Giuseppe Belometti, il candidato si presenta "Per Viggiù"

Giuseppe BelomettiGiuseppe Belometti, è il candidato sostenuto dalla lista “Per Viggiù”. Belometti, 49 anni, geometra libero professionista con studio a Viggiù, non è sposato e ha vissuto a Clivio, paese confinante, fino a 10 anni fa. Ora, oltre che lavorare, abita anche qui.

Belometti è assessore alla polizia locale e commercio nell’attuale giunta, composta da un gruppo che univa Lega e Pdl. «Sono sostenitore e militante della Lega da molti anni, ma prima d’ora non mi ero impegnato ancora amministrativamente».  Per questa tornata elettorale Belometti si presenta con la lista per Viggiù che unisce Lega Nord, Fratelli d’Italia, Ncd e una lista civica. «Della vecchia amministrazione ci sono solo io: il resto è gente nuova, anche se qualcuno ha esperienze politiche precedenti. La mia lista comprende dal 18enne al pensionato, e la mia ambizione è crescere nuovi amministratori per il futuro, prima ancora che ambire alla poltrona di sindaco».

«I principali problemi del paese sono chiari a tutti – spiega Belometti raccontando dei suoi programmi – Viggiù non è nè Milano nè Varese. La differenza è come ci si accinge ad amministrarli e quali sono i livelli superiori a cui si può fare riferimento».

Se fosse sindaco, Belometti lavorerebbe innanzitutto sul programma, che si basa su tre macrosettori: Persona, Paese e Territorio. «Per esempio, le piazze parrocchiali di Viggiù e di Baraggia sono da ristrutturare, ma sono di proprietà della Curia: mi impegno per cercare un accordo che risolva il problema». Un altro problema è quello dell’RSA, l’istituto Madonna della Croce: in esso ci sono solo alcuni servizi, come il prelievo o la fisioterapia. «Abbiamo sottoposto il problema a Fabio Rizzi, che è in commissione sanità regionale, per implementare i servizi di questa struttura, che parzialmente è vuota – spiega Belometti – E abbiamo strappato la promessa di un suo impegno».

Il terzo impegno è sul lavoro: «Per questo ne ho parlato con Francesca Brianza, che è presidente della commissione dei rapporti tra Italia e Svizzera in consiglio regionale, commissione nata con l’amministrazione Maroni. Quello dei frontalieri è un problema grosso. Anche perchè i viggiutesi non hanno alternative se vogliono lavorare: in questo paese manca totalmente una attività produttiva, e il più grande datore di lavoro è il comune. Vogliamo lavorare per una zona franca per le attività produttive di qui: senza la Svizzera andremmo in fallimento».

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