Luciano Angelini, il ritorno dell'antico sindaco
Luciano Angelini, lista “Cambiamo Induno”, 69 anni, è un medico in pensione da due anni. Sposato da 45 anni con Maria Laura Ferrari, ha 5 figli e 10 nipoti. 3 di loro risiedono ancora a Induno Olona con le rispettive famiglie.
Dal punto di vista professionale, è stato primario di laboratorio a Luino, poi direttore sanitario e generale di alcune strutture pubbliche e private, in particolare l’Usl di Varese (quando questa realtà comprendeva quattro ospedali). E’ stato anche direttore sanitario a Gallarate, poi – una volta andato in pensione del pubblico – è stato direttore sanitario e poi AD della Mater Domini di Castellanza, di cui ha seguito la costruzione della nuova clinica. E’ stato inoltre direttore generale della struttura Ex Santa Rita di Milano, e del Cof di Lanzo d’Intelvi.
Ma l’attività professionale di Angelini è sempre stata affiancata da una intensa attività politica: attivo da quando aveva 35 anni, è stato assessore della comunità montana della Valceresio, militando nella Democrazia Cristiana. Nel 1990 è stato prima eletto consigliere ad Induno Olona, poi è diventato rappresentante della Giunta Dc – Pc che si è costituita in quell’occasione. «Erano i tempi di Tangentopoli: come sindaco doveva essere eletto uno del Psi, che poi è stato arrestato. Io sono stato chiamato come nome nuovo e trasversale, che ha unito le due realtà. Una operazione che doveva salvare la città innanzitutto dal commissariamento, ma poi si è trasformata in una amministrazione durata per 5 anni, con fatti importanti come l’acquisizione della villa Pirelli, l’inizio della raccolta differenziata porta a porta (tra i primi in Lombardia), la creazione della piazzola rifiuti che ora serve anche Arcisate e la creazione dell’Asfam che gestisce il centro polivalente anziani e la farmacia comunale».
Quella di Angelini negli anni 90 è stata l’ultima tornata elettorale dove il sindaco non era eletto direttamente: al suo secondo mandato sono cambiate le norme, la candidatura del sindaco è diventata diretta, e le due compagini che l’hanno eletto si sono divise. La DC ha riproposto il suo nome, il PCI ha invece candidato Susanna Migliazza, la sua vice sindaco. Una scelta perdente: in quella stessa tornata per la prima volta si presentò la Lega con Attilio Fontana, che vinse con un grosso successo personale. Angelini si presentò poi alle successive elezioni, fu eletto come più votato della lista ma entrò in consiglio come minoranza. A quel punto, non si è più ripresentato. Fino ad oggi.
«Nel frattempo, ci sono stati due mandati della Lega e due di Viviamo Induno – Spiega Angelini – Ma da allora scelte innovative non ne sono state fatte: si è solo sviluppato ciò che avevo creato io, come ad esempio la farmacia, che ora è la seconda farmacia per fatturato in provincia di Varese. E, pur essendo in minoranza, ho contribuito a sviluppare la realtà Asfam, perché sono stato nominato consigliere di Amministrazione».
Secondo Angelini «Le persone non sentono più Induno come loro paese: è diventato un paese dormitorio, e le piccole imprese che c’erano hanno tutte chiuse. L’amministrazione comunale continuerà con questa politica non incentivante, io invece desidero che la gente partecipi in prima persona alle attività del Comune, per far tornare a Vivere Induno. Credo molto nelle diversità: mi sembrano un’opportunità, trovo che in questi anni invece la divisione destra – sinistra abbia un po’ bloccato le iniziative. Bisogna andare oltre, e riportare attrattività al paese e possibilità al territorio, innanzitutto riportando qui il lavoro: che poi crea infrastrutture interne e movimento. La mia scommessa è cercare insieme di lavorare per costruire il comune in questo senso».
Se diventasse sindaco, La prima iniziativa che pensa di attuare è «Un fondo di solidarietà per riportare il lavoro a Induno. Con questo fondo, chI metterà in piedi un impresa a Induno avrà sgravi delle tasse che verranno finanziate dal fondo. I fondo stesso verrà alimentato innanzitutto dagli stipendi di sindaco e assessori, che rinunceranno nei primi due anni ai loro emolumenti, poi da una revisione del bilancio soprattutto sui contributi esterni, poi può essere alimentato anche da contributi personali, per esempio da altre imprese per questo specifico settore».
Per quanto riguarda l’annosa questione dell’Arcisate Stabio, per Angelini è «Una grossa opportunità per il comune, che però non è stata gestita – in generale – in maniera corretta. Attualmente è in fase di stallo, e purtroppo il Comune non può incidere più di tanto nella vicenda. Siccome la previsione della fine dell’opera è il 2017, l’unica cosa che il Comune può pretendere subito è la sistemazione degli attraversamenti dei paesi, facendo realizzare le opere già previste in quei punti: in via Vela, dove è stato già fatto parte del lavoro, ma la strada non è stata ancora ripristinata. Il passaggio sulla via Jamoretti, la rotonda e la copertura a raso in verde della stazione, perché torni in funzione almeno un parchetto e un bar. E’ tutto già previsto, ci impunteremo perchè venga fatto prima di altri punti non urbani».