Pierobon, il sindaco di Arcisate si ripresenta
Il sindaco di Arcisate, Angelo Pierobon, si ricandida per il secondo mandato.
Pierobon, nato ad Arcisate nel 1963, vive in questo comune da sempre e ora lavora anche ad Arcisate, con una attività tutta sua: più precisamente, ha una azienda che si occupa di imballaggi plastici. Sposato con Nadia, due figli maschi (Daniele e Andrea, 20 e 15 anni), ha il diploma di perito elettronico, ha praticato diversi sport in società di Arcisate, poi dal 1995 ha cominciato a dedicarsi all’impegno amministrativo in comune.
«Con la nascita di Forza Italia mi sono iscritto a quel partito, poi mi sono presentato alle elezioni del 1995, dove sono stato eletto come consigliere di minoranza. Nel secondo turno elettorale, il 1999, la lista vince con Gariboldi sindaco, e vengo nominato assessore ai servizi scolastici e all’urbanistica. Nel 2004 siamo stati riconfermati, e divento vicesindaco con le stesse deleghe. Nel 2009 mi candido, e vengo eletto, sindaco, con più del 50% degli elettori. Sono stato uno dei primi, malgrado i contendenti fossero tre». In questa tornata però i contendenti si sono decisamente moltiplicati: «Tra quelli che si candidano, sono quasi “un vecchio della politica”, quello con più esperienza amministrativa continuativa».
Cosa farà, se rieletto? «Parto dal fatto che ho fatto il massimo che si poteva fare in 5 anni, anni che sono stati complicati, innanzitutto per i continui tagli e per gli aggiustamenti, come quelli per la Tares e l’Imu che hanno complicato tutto. Il programma con cui ci siamo presentati è stato realizzato per il 90%, anche se diverse opere pubbliche le abbiamo finanziate ma non realizzate per colpa del patto di stabilità. Cito villa Teresa, le asfaltature, un paio di rotonde, i mini alloggi per anziani. Per un totale di circa 3 milioni di euro, già finanziati, che non ho potuto mettere in pagamento per il patto di stabilità. Per non parlare di Ferrovia e Tangenziale, che hanno assorbito tantissimo tempo ed energie, e sono ancora in grave ritardo. Ovviamente, non sono lavori comunali, e tutto quello che abbiamo potuto fare è stata solo una pressione politica come gruppo di sindaci interessati».
Se verrà rieletto: «Voglio innanzitutto continuare una gestione come ora. Gran parte del bilancio è dato dal funzionamento del comune, di cui abbiamo cercato di contenere le spese. Un lavoro oscuro ma fondamentale, per non gravare in spese e tassazioni il cittadino. Tra le opere da pianificare, nei limiti della spese, c’è innanzitutto la rotonda tra via Giacomini, via Mazzini e via IV Novembre. Abbiamo aspettato a farlo perchè non volevamo aggravare di un cantiere un territorio già complicato, in un punto che rappresenta un nodo cruciale del comune. L’altro intervento che ci sta a cuore è il recupero delle Fornaci, intervento di salvaguardia e recupero» Le Fornaci sono dismesse da cent’anni, e sono del comune da 25: l’idea è mettere in sicurezza l’area e recuperarla poi fisicamente, perché possano essere almeno visivamente come prima.
Infine, una parola per il lavoro frontaliero, che qui si fa sentire: «Il frontalierato incide molto, sia nella vita sociale che economica del comune. Abbiamo appena dedicato la sala qui sotto al lavoratore frontaliere, per darne un riconoscimento visivo». Per il comune di Arcisate, i frontalieri “valgono” 900mila euro circa all’anno. «Va ricordato però che i lavoratori italiani pagano l’addizionale. I ristorni servono per dare all’italia opere e servizi che pagano in Svizzera e non vengono goduti nel Cantone, ma utilizzati qui. I frontalieri rappresentano anche socialmente un aspetto rilevante: il numero crescente d frontalieri rappresenta un ammortizzatore sociale per le aziende italiane che hanno chiuso. E anche una maggiore capacità di spesa, non foss’altro perché hanno stipendi più alti. Questa è una ricchezza sociale che va al di là del bilancio comunale»
Concludo con una domanda nei suoi confronti che aleggia tra i commenti anche nel gruppo di facebook “Viggiù al vot”, dove si dice che il sindaco non è “uno che comunica”: «E’ un mio limite, ho davvero comunicato troppo poco. Ma il limite tra la comunicazione dei lavori e la pubblicità fine a sè stessa è labile, e siccome sono abituato a fare, più che a pavoneggiarmi, ho privilegiato questa parte. Voglio aggiungere però che non mi sono mai sottratto alle richieste o alle domande che mi sono state poste direttamente. Manco nella comunicazione generale, questo è vero: ed è un punto su cui devo rimediare»
In pratica conferma che gran parte dei nostri soldi sevono per alimentare la Stipendificio Comune &C.