Porto della Gabella, botta e risposta Min-Passera
Tema caldo della campagna elettorale è il nuovo porto di Maccagno, il Porto della Gabella, su cui è intervenuto Marco De Pascalis del Movimento Italia Nazione candidato a Maccagno per la lista Insieme per Maccagno con Pino e Veddasca con una lettera aperta. Pubblichiamo il suo intervento e quello di Fabio Passera, candidato sindaco di “Impegno civico per Maccagno con Pino e Veddasca” nonché sindaco uscente del comune di Maccagno.
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Come referente di Maccagno, del Movimento Italia Nazione – oggi candidato consigliere per la Lista “INSIEME Maccagno Pino Veddasca” – ho voluto approfondire le vicissitudini della nuova struttura portuale, relative sia all’ appalto per la costruzione dell’opera che quelle correlate all’appalto per la sua gestione. Ne è scaturito uno scenario inquietante trattato abilmente “in sordina” dall’Amministrazione Comunale guidata dell’ex sindaco Passera. I fatti parlano di un’opera che inizialmente era stata progettata ed appaltata per un costo complessivo importante ma ragionevole, riferito alla dotazione di n.104 nuovi posti barca (di cui 40 da assegnarsi in concessione al potenziale gestore), ad un attracco per motonavi, nonché ad alcuni posti di attracco per turismo giornaliero. A tutt’oggi invece dopo circa sei anni, un iter amministrativo quanto meno “anomalo”,è stata realizzata solo un’opera parziale, del tutto diversa da quella originaria, dotata di soli 32 posti barca (tutti assegnati al gestore) per un costo quasi raddoppiato, rispetto alle previsioni.
Una struttura concepita come connubio fra pubblico e privato, ma che in pratica è stata realizzata solo con soldi pubblici (comunali e regionali) e di fatto gestita e/o utilizzata, solo dal concessionario; risultando inaccessibile a privati cittadini e turisti, se non per il tramite della società che si è aggiudicata la gestione. Una società quest’ultima che beneficia dei proventi della struttura portuale e che a fronte del pagamento di un canone annuale più che accessibile, non ne sopporta alcun costo di manutenzione, risultando persino esentata da qualsiasi responsabilità per ipotetici danni ai natanti attraccati. Inoltre, la stessa concessionaria, che avrebbe dovuto effettuare da tempo, a propria cura e spesa (circa € 600.000) la costruzione del c.d. III° lotto funzionale, per consentire la realizzazione di una cinquantina di posti barca “comunali”, a quasi tre anni dal “taglio del nastro” d’inaugurazione non l’ha mai eseguita. Ma non è finita . A causa della realizzazione di minori posti barca rispetto al progetto originario – con riferimento al quale venne bandito ed assegnato l’appalto di gestione della struttura – il Comune ha già deliberato e proceduto al pagamento, di un “rimborso” di € 120.000 alla menzionata società concessionaria. Dal Rendiconto comunale 2012, emerge che – mentre nessuno si curava di sollecitare l’adempimento dei lavori del III° lotto– l’Amministrazione ha persino provveduto a pagare puntualmente e senza batter ciglio, la seconda ed ultima tranches di tale “rimborso”. Solo negli ultimi mesi (col sentore delle ormai prossime elezioni) l’Amministrazione Passera a dispetto di rapporti da sempre definiti “non problematici” con la società gerente, si è finalmente decisa a trasmetterle una formale “diffida ad adempiere” quanto sottoscritto. Atto tardivo e vano tanto che nel gennaio u.s.si è dovuti arrivare ad emettere un provvedimento di risoluzione contrattuale della concessione in corso, per grave inadempimento della società di gestione.
Provvedimento che la concessionaria ha tempestivamente impugnato innanzi al TAR Lombardia, dando corso ad un contenzioso amministrativo che si preannuncia lungo e dispendioso. Il Movimento Italia Nazione che rappresento per la zona di Maccagno, ha sempre prestato massima attenzione al rispetto della legalità nell’ambito della pubblica amministrazione facendo conoscere la realtà dei fatti, specie quando sono un vero esempio di cattiva amministrazione, da cui derivano salassi economici per le casse comunali senza alcun vantaggio per i cittadini. Questa è la storia di un’opera incompiuta che è costata, costa e costerà molto più di quanto previsto grazie alla sufficienza con cui è stata trattata. Ma l’ex sindaco ed i suoi prestigiosi ospiti che vennero a tagliare il nastro promettendo massima efficienza e rapida ultimazione delle opere, dove sono oggi? Nessuno parla più del nuovo porto della Gabella di Maccagno, come mai?
Marco De Pascalis Movimento Italia Nazione – Maccagno
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Noto con piacere che il sig. Marco De Pascalis, dopo cinque anni passati tra i banchi della minoranza nel silenzio più assoluto, a due giorni dalla tornata elettorale mette in mostra tutta la sua verve, buttandosi a pesce su un problema che ha scoperto solo ora. Prodigi delle elezioni!
Se avesse utilizzato lo stesso interesse prima, magari si sarebbe evitato tante inesattezze. Non ricordo mai una sua parola su questo tema. Anzi, non ricordo proprio mai una sua parola, in generale.
Comunque, proverò a rispondere brevemente.
Il progetto iniziale, commissionato quando non ero io Sindaco, non passò il vaglio dell’istituto di validazione (obbligatorio per legge) chiamato ad esprimersi sulla fattibilità del progetto. Dovemmo cambiare il progetto per forza, considerato che una ditta si era assicurata l’esecuzione dell’opera.
Nel frattempo però era stata esperita la gara col progetto iniziale e dovemmo trovare una transazione con il soggetto risultato vincitore dopo il bando a diffusione europea effettuato, considerato che per costruire un porto lì bisognava modificare il numero di posti barca presenti. Nel bando in oggetto erano contenuti oneri che, se portati a termine, non avrebbero fatto pesare l’infrastruttura di un solo euro sul bilancio del Comune.
A noi pareva una cosa buona e nello spirito della buona amministrazione.
Il Comune aveva degli obblighi (che ha sempre puntualmente rispettato), così come l’operatore privato. Tra questi (ma non è l’unico) anche la realizzazione del III^ lotto, che avrebbe permesso la formazione di posti pubblici. Il Comune ha cercato in tutti i modi di trovare una soluzione che garantisse l’ottenimento delle prestazioni dovute, e alla fine ha dovuto chiedere la rescissione del contratto. Cosa che avverrà, considerato che la Giustizia amministrativa (appena qualche giorno fa, si tranquillizzi il solerte candidato. Non abbiamo mai perso di vista il problema!) è stata chiamata a riconoscere la bontà delle ragioni dell’Amministrazione.
Alla fine il Comune rientrerà in possesso del bene e di quelli ad esso collegati (bar e ristorante) e si riserverà di chiedere dei danni, se riterrà.
Una vicenda non semplice, ma vorrei spiegare a De Pascalis che amministrare è vicenda assai più complessa che sparare sentenze.
Gli auguro di vincere le elezioni, così se ne accorgerà lui stesso.
In caso contrario, avrà ancora cinque anni per rifletterci sopra.
Fabio Passera